ll Naviglio Pavese è un canale navigabile che scorre per 33,5 km e unisce Milano a Pavia. Fa parte del sistema dei navigli di Milano e come tutti gli altri navigli univa la funzione irrigua, attiva ancora oggi, a quella di via d'acqua.
Ha origine dalla Darsena di Porta Ticinese e raggiunge il confine della provincia di Milano. Qui entra nel territorio del Pavese volgendo a sud-sud-est e prosegue di nuovo rettilineo sino a Pavia, che attraversa costeggiandone l'antico margine orientale fino a sfociare nel Ticino nella Darsena di viale Venezia.
Fino circa alla metà del XX secolo fu utilizzato per la navigazione mercantile. Il tratto urbano milanese ospita diversi barconi, un tempo utilizzati per il trasporto, ora ancorati e riadattati a dehors di ristoranti e birrerie, frequentati da clienti soprattutto giovani fino ad ora tarda della notte.
Si può percorrere in bicicletta o a piedi, ma è consigliabile rifornirsi di bottiglie d'acqua, in quanto, finito il tratto milanese, data la presenza di lunghissimi campi agricoli e prati, è difficile uscire dal percorso e raggiungere punti di ristoro. Sono rare anche le sedute e le zone all'ombra.
Il naviglio dà l’idea di essere dritto e liscio, in realtà consiste in quasi 57 metri di dislivello, che non si notano affatto per merito dell'eccellente lavoro compiuto dall'uomo. A causa di questi dislivelli i duchi di Milano Visconti e Sforza rinunciarono alla sfida di un canale navigabile, e fu solo sotto Napoleone Bonaparte che il progetto riprese vita per essere portato a termine solo in seguito dagli austriaci, i quali completarono il canale, con i suoi salti e le sue conche, tra il 1817 e 1819.
Non ci sono vere proprie ville lungo il Naviglio Pavese, tanto meno chiese, se non con qualche eccezione. Sono notevoli invece le numerose tecniche di ingegneria idraulica sapientemente ideate nel tempo.